giovedì 17 settembre 2009

I Castelli di Federico II sono beni religiosi reliquiari non usocapionabili, imprescrittibili, irrinunciabili della Principessa Yasmin!

Tutti i Castelli di Federico II nascono su presidi monastici reliquiari pregressi basiliani e normanni e furono scrigno di reliquie del Golgota, palinsesti religiosi esoterici, per volontà di Federico II.In caso di degrado o di uso improprio la legittima erede puo' richiederne la restituzione.(europress)

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GIÙ LE MANI DA BARBAROSSA
Repubblica — 04 gennaio 2008 pagina 25 sezione: R2

La storia della mitica fiction Rai sul Barbarossa, commissionata da Umberto Bossi a Silvio Berlusconi che l' ha commissionata ad Agostino Saccà, ha varcato i confini del teatrino nazionale e rischia di provocare un incidente diplomatico. La principessa Yasmin von Hohenstaufen, pronipote di Federico II e Isabella d' Inghilterra, ha chiesto che la fiction venga ritirata o in alternativa «realizzata con la partecipazione di storici e filosofi obiettivi», per evitare la «strumentalizzazione antistorica» da parte della Lega, «con l' aggravante di pressioni dell' ex presidente del consiglio Berlusconi sulla Rai, che utilizza fondi pubblici». La civile e appassionata presa di posizione della principessa Hohenstaufen, che volentieri, nello spirito dell' Europa unita, scambieremmo con l' allegra brigata dei nostri reali, merita una risposta coraggiosa. Quindi lasciamo perdere Saccà e Berlusconi e ci appelliamo alla Lega. Bossi, Maroni o Calderoli in passato hanno saputo riconoscere i propri errori. Da loro ci aspettiamo che definiscano la fiction sul Barbarossa per quello che è. Una «porcata». - CURZIO MALTESE

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GIÙ LE MANI DA BARBAROSSA
CURZIO MALTESE
— 04 gennaio 2008 pagina 25 sezione: R2








articolo di martedì 08 settembre 2009

La principessa di Svevia rivuole Castel del Monte «L’Italia non lo sa curare»
di Manila Alfano

La discendente di Federico II denuncia il degrado del monumento e ne pretende la restituzione: «Lì ci sono le reliquie di Gesù Cristo»
L’aria di tempesta nel comune di Andria l’avevano già fiutata un paio di giorni fa. La principessa Yasmin Aprile Von Hohenstaufen, diretta discendente di Federico II, «erede e titolare legittima dell’antico Regno di Sicilia» stava tornando. Della nobildonna ne avevano già sentito parlare. Lei è la stessa che rivendica una parentela direttamente con Gesù. L’obbiettivo, questa volta è la riconquista del Castel del Monte, costruito dal suo antico parente, l’imperatore Federico II, nel XIII secolo dove, sempre secondo Yasmin, sarebbero custoditi i resti di Gesù. Così ad Andria quando è arrivato il telegramma della principessa nessuno si è scomposto più di tanto. Nemmeno il sindaco, Vincenzo Zaccaro. «Fosse la prima volta. Ma non sono l’unico ad aver ricevuto posta, racconta Zaccaro». L’altro telegramma arriva sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Andria. La nobildonna è determinata: «Castel del Monte è in stato di estremo degrado, ne chiedo quindi la restituzione». La battaglia è aperta. La principessa rivuole il suo maniero e lo pretende per motivi più che nobili che spiega lei stessa: «Decaduto per l’incuria a simbolo di stupore dell’ignominia, sarà destinato a onfalos della sapienza, scienza, centro della pace e dialogo tra i popoli, nonchè polo di eccellenza ricerche energie alternative contro il cancro». Ma non solo. È sempre la Von Hohenstaufen che spiega: «Il Castello reclama la mobilitazione dei Grandi Saggi e paradossalmente l’appello agli intellettuali, agli spiriti eletti, scienziati e poeti, artisti, mistici...». Il sindaco Zaccaro intanto allarga le braccia e sbuffa: «Ci risiamo». C’è una vecchia conoscenza tra i due. Senza simpatia. «Per quanto demenziale appaia la richiesta, non è con me che la signora deve parlare. Il castello non è di Andria ma dello Stato. Quindi se la principessa lo rivuole, si prepari a ripagare allo Stato e la Sovrintendenza di tutto il denaro investito per la manutenzione del momento che è un bene dell’Unesco».
Il castello federiciano e le sue pertinenze infatti furono acquistate dallo Stato italiano nel 1876 per venticinquemila lire dal Duca Carafa di Andria. «Al massimo la signora - sottolinea il sindaco - dovrebbe scrivere al ministro Bondi». Una vecchia ruggine quella tra il primo cittadino e la nobile, costellata da tanti piccoli litigi. «Mi ricordo soprattutto di quella causa che aveva intentato contro la Fiat. All’epoca - spiega il primo cittadino - la signora voleva un rimborso miliardario perché nessuno gli aveva chiesto il permesso di utilizzare l’immagine del castello che appariva per un secondo nella pubblicità di un’auto». E poi? «Ovviamente la perse. Pensavamo di essercene liberati ma ecco che ora torna alla carica». Ma il sindaco non sembra il solo ad aver avuto problemi con la principessa. Il presidente della Fondazione Federico II Hohenstaufen di Iesi, prende subito le distanze e assicura: «Io con la principessa non ho niente in comune. Abbiamo litigato tempo fa, ha minacciato di farmi causa». Poi, in tarda serata la svolta. Arriva la lettera della principessa che da Montecarlo spiega: «L’esigenza del telegramma al comune era doverosa dal punto di vista della comunicazione immediata, in quanto tempestiva notifica di ricognizione storico. Il degrado emerso dai media era una ferita viva, perché da anni ho mobilitato energie per includere Castel del Monte quale patrimonio dell’umanità». Insomma una richiesta del tutto legittima. Tanto che poi la nobildonna ci tiene a precisare: «Alcuna rivendicazione monarchica vi è in tale gesto!». Parola di principessa.

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mercoledì 16 settembre 2009

La Principessa di Svevia rivuole Castel del Monte

ilGiornale CULTURA lunedì 07 settembre 2009,
Fuori dalla notizia Una nobile richiesta che meriterebbe un film


Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

LA NOTIZIA. Castel del Monte è in stato di «estremo degrado» e la principessa Yasmin Aprile Von Hohenstaufen, che si proclama discendente diretta di Federico II di Svevia Hohenstaufen, ne chiede in un telegramma la restituzione. Ma la chiede a due padroni «sbagliati»: Comune di Andria e Regione Puglia. Mentre il maniero patrimonio Unesco è di proprietà del demanio.
Il castello federiciano e le sue pertinenze, infatti, furono acquistate dallo Stato italiano nel 1876 al costo di 25mila lire dal Duca Carafa di Andria. Attualmente la gestione di Castel del Monte è della Soprintendenza ai beni archeologici e attività culturali di Bari.
Nel telegramma inviato al procuratore della Repubblica di Andria (ma la sede della procura è nel vicino comune di Trani) e al sindaco di Andria la nobildonna rivendica il castello quale «patrimonio dinastico reliquario monastico di valenza graalica della santa progenie sicena sveva su cui non vige usucapione». La principessa annuncia che il maniero, «decaduto per l'incuria a simbolo di stupore dell'ignominia», sarà destinato a «onfalos della sapienza, scienza, centro della pace e dialogo tra i popoli nonché polo di eccellenza ricerca energie alternative e contro il cancro». (fonte: Ansa, 6 settembre 2009).